Maturità, mezzo milione alla prova L’ultima stretta riguarda i “diplomifici”
PAOLO
FERRARIO
La “notte prima degli esami” è terminata, la campanella è suonata e, dalle 8,30 di questa mattina, 526.317 studenti (e 14.072 commissioni d’esame) sono alle prese con il tema di Italiano, la prima prova della Maturità 2024. Nelle ultime ore sui social è, come ogni anno, esploso il toto-tracce, con D’Annunzio e Pirandello tra i più gettonati, insieme ai cent’anni dell’attentato a Matteotti e agli 80 anni dello sbarco in Normandia. Soltanto all’apertura del plico elettronico inviato dal Ministero dell’Istruzione e del Merito si è saputo se le previsioni della vigilia fossero azzeccate o se, come è quasi sempre capitato, chi ha pensato le tracce è riuscito, ancora una volta, a spiazzare i candidati, costringendoli ad un di più di attenzione e concentrazione per tutte le sei ore della durata della prova. E domani si replica con il secondo scritto caratterizzante i diversi indirizzi di studio. Dalla prossima settimana, poi, via agli orali, che da quest’anno assumono una dimensione pluridisciplinare e, si legge nel sito del Ministero, «tengono conto delle informazioni inserite nel Curriculum dello studente: da qui emergono, infatti, le esperienze formative del candidato nella scuola e nei vari contesti non formali e informali».
Secondo i dati diffusi dal Ministero, il 96,4% degli studenti dell’ultimo anno è stato ammesso all’Esame, con il Molise arrivato al 98,2% e la Sardegna che, invece, si piazza all’ultimo posto con “ben” il 7,4% di non ammessi, più del doppio della media nazionale (3,6%).
Proprio alla vigilia dell’Esame di Stato, il ministro Giuseppe Valditara ha reso noti i risultati del piano straordinario di vigilanza contro il fenomeno dei diplomifici, che era emerso l’anno scorso, sempre in occasione della Maturità, grazie a un’inchiesta di Tuttoscuola.
Che aveva rivelato come in 92 istituti paritari (il 6,5% dei 1.423 che portano studenti alla Maturità), concentrati per il 90,5% in Campania e per il restante 6,3% nel Lazio e per il 3,2% in Sicilia, 10.941 candidati avessero «acquisito un titolo, che ha valore legale, con modalità sospette». In sostanza, l’inchiesta ha rilevato un’esplosione di iscrizioni all’ultimo anno di corso, in queste scuole, di alunni di altre regioni che alimentavano un vero e proprio «turismo da diploma».
Un anno dopo, i 71 collegi ispettivi istituiti dal Ministero hanno messo sotto la lente la situazione di 70 scuole paritarie delle tre regioni dove è più alta la concentrazione di diplomifici, avviando, tramite gli Uffici scolastici regionali competenti, la procedura di revoca della parità per 47 istituti. Tra le irregolarità registrate, le più frequenti riguardano un numero insufficiente di aule per accogliere tutti gli studenti iscritti, il mancato rispetto dei quadri orari delle diverse discipline, alcune delle quali sono state addirittura eliminate dal piano di studio e la presenza di personale docente privo di abilitazione e, in alcuni casi, persino dello stesso titolo di accesso per l’insegnamento delle materie.
« Da questo governo nessuna tolleranza verso chi non rispetta la legge. Ribadiamo il nostro impegno costante per garantire standard di qualità a tutti gli studenti, che frequentino scuole statali o paritarie», ha detto il ministro Valditara, che ha annunciato, dal prossimo anno scolastico, misure legislative «costruite per contrastare sul nascere abusi e storture e garantire un’istruzione di qualità in tutti gli istituti del sistema pubblico, di cui le paritarie rappresentano un anello importante».
L’iniziativa del Ministero è salutata con soddisfazione dal sistema delle scuole paritarie. « Ben vengano i controlli», sottolinea la presidente della Fidae, Virginia Kaladich. Che definisce i diplomifici «mele marce che, purtroppo, contribuiscono alla permanenza di alcuni luoghi comuni sulle scuole paritarie, rendendo più complesso anche il raggiungimento della parità scolastica, già sancito dalla legge 62 del 2000».
«Soddisfazione» è espressa da suor Anna Monia Alfieri, esperta di diritto scolastico e da tempo in campo per la promozione della scuola paritaria. Quella vera. « Per anni mi sono battuta e ho chiesto che venissero avviati controlli su tutte le scuole paritarie, al fine di fare emergere, in tutta la loro evidenza, il meschino fenomeno dei diplomifici.– ricorda suor Alfieri –. L’ideologia, negli anni, ha purtroppo identificato il mondo della scuola paritaria con i diplomifici: finalmente la verità è emersa». E dei «danni alla qualità dell’insegnamento» provocati dai diplomifici parla anche l’ex-sottosegretario all’Istruzione, Gabriele Toccafondi (Italia Viva). « La lotta ai diplomifici è una strada iniziata grazie al piano straordinario di monitoraggio previsto dalla Legge 107, la Buona Scuola, poi per anni non si sono più previste ispezioni coordinate», ricorda.
Un plauso al Ministero arriva anche dal sindacato dei presidi Dirigentiscuola che, in una nota, definisce i diplomifici «una delle vergogne dell’istruzione che sta portando il Paese alla rovina». « Da tempo denunciamo il giro di troppi titoli falsi che sviliscono il sistema d’istruzione e corrompono il mercato del lavoro – si legge in una nota –. È inammissibile che in un Paese civile un titolo di studio rilasciato da scuole paritarie inesistenti consenta l’insegnamento agli alunni disabili o l’impiego nelle strutture di degenza e di cura».
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Da questa mattina 526.317 candidati (e 14.072 commissioni) sono alle prese con la prima prova scritta, quella di Italiano. Domani il secondo scritto d’indirizzo e dalla prossima settimana gli orali. Con il debutto del Curriculum dello studente

I ragazzi del quinto anno all'interno della scuola Giulio Cesare per l'esame di maturità 2022 / Ansa, Percossi