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«Educati da entrambi i genitori» La richiesta dei figli dei separati

LUCIANO

MOIA

In un documento in otto punti di cui si parlerà oggi al Parlamento europeo di Strasburgo, le speranze dei ragazzi con le famiglie ferite

Arriva il primo Manifesto dei figli dei genitori separati. Se ne parlerà oggi a Strasburgo - e poi martedì 22 in modo più dettagliato durante una conferenza stampa nell’ambito di un’iniziativa organizzata per la Giornata dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. A promuovere l’evento il coordinamento delle associazioni di genitori separati.

Cosa succederà oggi a Strasburgo? Per la prima volta i figli di genitori separati parleranno del loro difficile vissuto a seguito della separazione, in un incontro con i parlamentari europei. Racconteranno le loro sofferenze, le loro delusioni, il loro desiderio di esprimere volontà spesso non ascoltate.

La data del 20 novembre - che ricorda il giorno in cui l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1989 ha adottato la Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza - è stata scelta per sollecitare l’attenzione dell’Ue sulle condizioni di chi vive il disagio della separazione e chiedere provvedimenti ai Governi dei Paesi membri.

Tanti i problemi sul tappeto che il Manifesto sintetizza con efficacia. Innanzi tutto quello, enorme della giustizia minorile. Al primo punto del documento infatti i figli dei separati lamentano «come nei tribunali i nostri bisogni non vengano quasi mai considerati, nonostante si invochi il “superiore interesse dei minori”. Generalizzare è sbagliato ma è vero che spesso in sede giudiziaria vengono tutelati i diritti delle madri più di quelli dei figli.

Di grande rilievo anche il tema educativo, trattato al secondo punto del Manifesto.

«Vogliamo essere educati da entrambi i genitori - scrivono i ragazzi - mantenere con loro rapporti frequenti e significativi anche con i relativi ambiti parentali, con tempi i più possibili paritetici ». Che non significa tempi uguali in modo rigoroso, per esempio nell’impegno di cura e accudimento, dove è inevitabile si determinino spazi diversi, ma tempi di presenza di pari significato. Insomma più figli e meno “pacchi postali”. Inoltre, prosegue il documento «per noi figli non deve sussistere un “genitore più genitore dell’altro”, non deve esistere tale grave discriminazione di genere tra i nostri genitori».

E per quanto riguarda gli aspetti economici? «In sede di separazione va stabilito un assegno che consenta al genitore economicamente più debole di accoglierci con modalità non eccessivamente difformi, né sotto l’aspetto dell’accudimento, né dell’abitazione (meno confortevole rispetto a quella dell’altro genitore), come avviene anche quando uno dei due genitori dorme in auto o in un dormitorio pubblico». Da qui la necessità di un “progetto educativo”, concordato e approvato da entrambi i genitori, che tenga conto delle esigenze dei figli. Anche il ruolo della Chiesa viene sottolineato con forza dai figli dei genitori separati che chiedono alla comunità ecclesiale di prendere «una chiara posizione» sulle problematiche educative e, in particolare, sulla necessità che l’aiuto alle “famiglie ferite” venga offerto da persone competenti, meglio se alla presenze di persone separate o di coppie che hanno vissuto direttamente questo problema, in modo accogliente e non giudicante.

I figli chiedono anche alla comunità cristiana, in modo più incisivo di quanto già non si faccia, di insegnare ai genitori «ad educare in famiglia, alla fede, all’affettività, alla sessualità, al “per sempre”, alla vita».

Il Manifesto sottolinea poi un aspetto spesso ignorato o sottovalutato, che riguarda i costi sociali della separazione. «La separazione dei genitori arreca sempre danni profondi a noi figli, spesso non visibili nell’immediato. Tali danni - si legge ancora sono di frequente accresciuti dai tempi lunghi della giustizia che amplificano la lite, da avvocati che aiutano la lite invece di aiutare i figli, spesso, dall’inefficienza dei servizi sociali e delle strutture professionali esistenti. Chiediamo che i costi sociali della separazione vengano analizzati a fondo e fatti conoscere». E si tratta di una richiesta tutt’altro che inopportuna, sulla quale anzi andrebbe proposta una riflessione non casuale anche al punto di vista della pastorale familiare.

Ma quando, nonostante tutte le premure e le attenzioni della coppia e della rete di relazioni esistente - ma che troppo spesso risulta latitante - non si riescono a rimettere insieme i cocci, la richiesta dei figli è perentoria e comprensibile: fare presto. «In un’ottica volta ad evitare il più possibile il trauma relativo alla separazione, in caso di grave conflittualità - scrivono al punto 7 - vogliamo che vi sia un rapido intervento, da parte di figure professionali particolarmente qualificate, a tutela della salute psico-fisica di noi figli. Le strutture e le figure attuali - si sostiene nel Manifesto - sono assolutamente inefficaci e spesso dannose: noi, figli di separati, possiamo dire ciò perché abbiamo vissuto queste realtà in prima persona».

Anche in questo caso, fermo restando il dovere di non mettere tutte le situazioni sullo stesso piano, difficile non riconoscere che troppo spesso a vincere sono inadeguatezza, inefficienza e disattenzione.

L’ultimo punto del Manifesto riguarda la richiesta di condanna della violenza domestica, altra situazione che i ragazzi vivono troppe volte sulla propria pelle: «Chiediamo che nei tribunali venga “sempre” punita la violenza fisica dei genitori verso i figli (o comunque la violenza fisica in famiglia), indipendentemente da quale dei tuoi genitori la attua, ma anche quella psicologica, troppo spesso sottaciuta e che spesso lascia lividi meno visibili ma più profondi e duraturi nel tempo».

Parole di verità che, secondo le associazioni dei genitori separati, intendono anche segnare una linea di demarcazione tra prima e dopo. «Quasi sempre dei problemi della separazione hanno parlato politici, avvocati, psicologi, mediatori familiari, con argomentazioni spesso contestate dai i figli di separati Ora è arrivato il momento di dare loro voce». Insomma, nelle intenzione dei genitori la decisione di essere oggi a Strasburgo e di organizzare poi la Conferenza stampa du martedì nella sede del Parlamento europeo per lanciare il Manifesto dei figli di genitori separati, dovrebbe rappresentare un primo passo per un grande cambiamento.

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Il Parlamento europeo di Strasburgo

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