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Il ricordo di Christina, contro la tratta e le violenze

Anche quest’anno l’Albero di Cirene, in collaborazione con altre associazioni che svolgono la loro attività sul territorio, ha proposto nella serata di lunedì scorso, un momento di preghiera per ricordare Cristina Ionela Tepuru, giovane donna, madre, straniera, vittima di tratta e sfruttamento della prostituzione, uccisa da un cliente nel novembre del 2009 sulle nostre strade di Bologna. È emozionante vedere numerose persone riunirsi per recitare il rosario in processione per ricordare una persona che non hanno conosciuto e che per molti è stata «invisibile», una delle tante, troppe, ragazze che vendono il proprio corpo al margine delle strade. Sì, Christina era una di queste ragazze invisibili che sostava sul ciglio delle nostre strade e che con quello che guadagnava manteneva la figlia in Romania e, sciaguratamente, quella sera di 14 anni fa, un giovane che non ha visto in lei una persona ma un oggetto, una «cosa» di nessun valore le ha strappato la vita. «Non è la “mia” ragazza!» questo il titolo della serata alla quale hanno partecipato, oltre ai volontari e ai sostenitori delle associazioni organizzatrici, la Presidente del quartiere Borgo Panigale-Reno, Elena Gaggioli, che da quando ricopre questo incarico non è mai mancata all’appuntamento per Christina e ha sottolineato quanto sia per lei importante esserci e quanto sia colpita dalla storia di Christina che è stata vittima di un episodio osceno, che purtroppo non è isolato, ma che l’essere insieme a ricordarla ci rende comunità che vuol dire non essere soli. Era presente, in rappresentanza della Città Metropolitana di Bologna, Simona Lembi che stà svolgendo un importante lavoro in merito alla parità di genere e sul contrasto alla violenza, che ha voluto mettere in risalto come sia importante che ognuno, nel proprio piccolo, faccia «la propria parte» anche in un gesto semplice come il riunirsi per ricordare chi non c’è più e il fare ognuno la propria parte è motivo di speranza, perché seppur poco alla volta le cose possono cambiare. Infine l’intervento del cardinale Matteo Zuppi, che ha sottolineato il come il concetto del «Non è la “mia” ragazza» possa diventare una giustificazione per trattare le donne come oggetti senza valore delle quali si può fare ciò che si vuole. Dovremmo cambiare lo slogan in «È la mia ragazza». Le emozioni in una serata come quella di lunedì scorso sono state tante, intense, mentre in processione abbiamo percorso quelle poche centinaia di metri che anche Christina ha fatto quella notte dopo essere stata «caricata» in macchina e buttata come un sacco di spazzatura dopo essere stata ferita a morte. Certamente è utopico pensare di poter eliminare la piaga della prostituzione dalle nostre strade, ma sono serate come questa che ci danno la speranza di poter cambiare un poco le cose. Ecco che alla fine della preghiera due volontari di «Non sei Sola», ramo di Albero di Cirene, con un té caldo e qualche biscotto vanno ad incontrare una giovane donna che hanno notato lungo il percorso. Chissà, se riuscissimo a «strappare» alla strada anche solo una vita potremo dire di aver fatto «la nostra parte».

Chiara Zini,

Albero di Cirene

La fiaccolata a Borgo Panigale

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