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Chi detiene davvero il potere?

ROSANNA

VIRGILI

Nel libro dell’Apocalisse il profeta indaga proprio sulla gestione più recondita del comando

L’illusione delle democrazie è un nodo da tempo venuto al pettine ma che oggi strappa il tessuto culturale, sociale e perfino mentale.

È chiaro che Dio non sta “dietro” a chi fa le guerre in Suo Nome. Ma chi c’è allora?

« Insegnaci a contare i nostri giorni e giungeremo al cuore della Sapienza»

(Sal 90,12). 9

«Questo mondo è triste» ha detto Papa Francesco in una tappa del suo ultimo viaggio. Non ha tutti i torti specialmente se si pensa al fatto che i popoli non sono liberi di autodeterminarsi, di scegliere i propri stili di vita, di ordinarsi sui valori che sentono davvero. L’illusione delle democrazie è un nodo che è da tempo venuto al pettine ma che oggi strappa il tessuto popolare, culturale, sociale e perfino mentale, lo rende succube ed estraneo, allo stesso tempo, alle classi politiche che, purtroppo, ne disegna il destino. Chi pensa di eleggere un proprio rappresentante si ritrova totalmente dimenticato sia nelle idee su cui argomentare, sia nelle necessità concrete, di cui il “deputato” non si occupa più o, meglio, non si è mai occupato, se non a chiacchiere. Le promesse elettorali svaniscono in una ragion di governo che non risponde più alle volontà che rappresentano ma ad altre affatto estranee ed anonime. Così capita che bianchi e neri una volta entrati nelle stanze della rappresentanza, diventino servi di un altro “padrone” e il compito del bene comune cada nell’oblìo. Le chiamiamo “stanze del potere” mentre sono stanze di esecutori di un potere altro. Ma che succede a chi diventa ministro o presidente anche nei governi democratici? La gente si accorge che dietro alle loro decisioni c’è qualcos’altro, qualcun altro, ci sono poteri veri che fanno, loro sì, il bello e il cattivo tempo. Chi c’è ad esempio dietro a un Presidente i cui elettori sono in gran parte contro il massacro dei palestinesi in corso a Gaza che non gli permette di decidere un più che giusto cease fire?

Cosa c’è dietro la pilatesca ritrosia di chi fa comizi elettorali dinanzi alle tante voci che si alzano per disturbare il torpore dei loro “programmi” elettorali? Quale potere c’è dietro il silenzio della Presidente che rappresenta istituzionalmente i popoli dell’Europa occidentale, che non si straccia le vesti vedendo come le risoluzioni dell’Onu contro i crimini di guerra vengano totalmente disattese? Che non ha e non comunica un moto di turbamento quando l’Onu si trova costretta a portare via i suoi presidi dalla Striscia, lasciando le popolazioni in totale balia di sé stesse? Davvero sono tutti consapevoli e folli di provocare un crescente uragano di morte? E che vogliono dire quei baci e quegli abbracci a chi viene in Italia a chiedere armi e denari per continuare la guerra quando la maggioranza della popolazione vuole la pace? E preferisce che le sue tasse non siano bruciate in missili di morte ma investite in strumenti e servizi per la salute e il benessere di tutti? Ancor più si può immaginare lo stupore e l’inquietudine dei cristiani e degli ebrei europei, poiché così dice la Parola di Dio: «Spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri, delle loro lance faranno falci; una nazione non alzerà più la spada contro un'altra nazione, non impareranno più l'arte della guerra» (Is 2,4). È chiaro che Dio non sta “dietro” a chi fa le guerre in Suo Nome.

Le due bestie

E se dietro non c’è il Dio delle Scritture, chi c’è allora? Ai più non è dato saperlo. E alle democrazie laiche non è dato neppure pensare a una forza trascendente. Tutto è immanente, pertanto individuabile anche se nascosto, mistificato, difficile da portare alla luce e pure da definire, delimitare. Si tratta forse di mostruosi intrecci, connubi, alleanze, inestricabili reti di interessi (di pochi), di “logge” e di “organizzazioni” lecite e/o illecite che come grandi Burattinai spostano i pupazzi di stoffa e di legno di qua o di là come e quando vogliono, facendogli dire tutto e il contrario di tutto, tanto sono semplicemente dei manichini che prestano la faccia, pronti ad usarla come una maschera. Nel libro dell’Apocalisse il profeta, che ne verga le pagine, indaga proprio su questo mirabile fenomeno, visto che i tempi erano duri anche allora. Dinanzi alle tante violenze di cui erano vittime le città in cui vivevano i cristiani e di fronte al dominio che si imponeva sulle stesse in tutti i campi della vita umana e civile, la perspicacia profetica conduce a “visionare” una Bestia grande che sta dietro a una Bestia piccola. Ed ecco la suggestione letteraria della descrizione di ambedue: « E vidi sa-lire dal mare una bestia che aveva dieci corna e sette teste, sulle corna dieci diademi (...) era simile a una pantera, con le zampe come quelle di un orso e la bocca come quella di un leone. (...). Essa aprì la bocca per proferire bestemmie contro Dio (...) Le fu concesso di fare guerra contro i santi e di vincerli; le fu dato potere sopra ogni tribù, popolo, lingua e nazione. La adoreranno tutti gli abitanti della terra” (Ap 13,1-8). Ed ecco, ora, la seconda bestia, pericolosa per la sua mistificazione:

“E vidi salire dalla terra un'altra bestia che aveva due corna, simili a quelle di un agnello, ma parlava come un drago. Essa esercita tutto il potere della prima bestia in sua presenza e costringe la terra e i suoi abitanti ad adorare la prima bestia, la cui ferita mortale era guarita (...). E le fu anche concesso di animare la statua della bestia, in modo che quella statua perfino parlasse e potesse far mettere a morte tutti coloro che non avessero adorato la statua della bestia. Essa fa sì che tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi, ricevano un marchio sulla mano destra o sulla fronte, e che nessuno possa comprare o vendere senza avere tale marchio, cioè il nome della bestia o il numero del suo nome» (Ap 13,11-17).

Il drago rosso

L’analisi di come va il mondo – ieri e oggi – è, dunque, perfetta. I governanti istituzionali, quelli che vengono dalla terra, non sono altro che perfetti servitori della “Bestia che viene dal mare”. La seconda bestia è il “network” della prima come dice puntualmente Marida Nicolaci (cf. R.Virgili, a cura di, Atti degli Apostoli, Lettere cattoliche, Ebrei e Apocalisse tradotti e commentati da sei bibliste, 2023). Ma anche la prima Bestia, anche quella che ha un vero potere, deve avere dietro una forza più grande, qualcosa che riesce a trascinare anch’essa. Infatti: « Il drago le diede la sua forza, il suo trono e il suo grande potere» (13,2). Prima che di una visione di fede dell’Apocalisse, credo si tratti di un sentimento: così orribili ed enormemente dannose sono le opere della prima Bestia che si è costretti a pensare che non sia nemmeno essa a poterle architettare essendo, comunque, un essere umano. Così abnorme è il male che produce che fa pensare a un agente sovrumano che, a un certo punto sovrasta e travolge ogni volontà umana. Gli orrori del nazismo, i morti dello stalinismo, la bomba di Hiroshima sono così inumani che non può essere stato né Hitler, né Stalin, né il presidente degli Stati Uniti, né Oppenheimer, e neppure la “Bestia” che li aveva messi al loro servizio a poterci riuscire. Per questo, dice il Profeta, che appare «nel cielo un enorme drago rosso, con sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi » (Ap 12,3): è un Potenza trascendente, sovrumana, ma porta lo stesso numero di teste e di corna della prima Bestia per cui quest’ultima dev’esserne – ahimè! un’incarnazione. «Qui sta la sapienza. Chi ha intelligenza calcoli il numero della bestia» (Ap 13,18) conclude il testo dell’Apocalisse – saper riconoscere chi sta dietro all’uno e chi sta dietro all’altro. È una sapienza urgente perché gli umani ritrovino la libertà dal «sigillo sulla mano destra e sulla fronte» , la libertà sull’opera delle mani e del pensiero.

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Un serpente grosso e alto con artigli e ali è forse la più fedele descrizione del drago. Può essere nero, ma è essenziale che sia splendente

Jorge Luis Borges

W. Blake, Il grande drago rosso e la donna vestita di sole

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