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«La guerra non è fatalità»

DI ALESSIO ROGGERO

Un tempo sereno e mite ha fatto da cornice alla festa di San Michele arcangelo, patrono della Diocesi di Albenga-Imperia e della Città di Albenga. Il vescovo Guglielmo Borghetti ha celebrato la santa Messa in cattedrale, alla presenza delle autorità e di numerosi fedeli, e ha poi guidato la processione. Nell’omelia il vescovo ha proposto una riflessione a partire dal brano liturgico dell’Apocalisse (12, 7-12): è in atto una guerra tra il male e il bene, che vede Satana contrapposto a San Michele, al quale dobbiamo allearci con le armi della croce di Cristo, già vittorioso sul male e sulla morte. L’immagine della guerra in cielo tra Satana e Michele parla della lotta interiore che ci vede quotidianamente coinvolti: «Questa guerra celeste è metafora di una realtà che ci tocca da vicino. Il drago, Satana, è stato precipitato sulla terra e tra noi continua a combattere. Non con armi visibili, ma con la seduzione, con la divisione, con la menzogna. È la guerra spirituale tra il bene e il male che ciascuno di noi vive ogni giorno: nel cuore, nelle relazioni, nella società. Michele, il principe delle milizie celesti, guida gli angeli fedeli contro il drago, simbolo del male, del caos, della menzogna». San Michele non è solo colui che combatte in prima linea questa battaglia, è anche colui che difende e promuove la capacità di riconoscere la presenza centrale di Dio in mezzo a noi: «Egli è il difensore della comunione, il custode della verità, colui che dice con il suo stesso nome “Chi è come Dio?”, colui che si oppone all’arroganza del male, che si rifiuta di adorare il potere, che difende la sovranità di Dio. In un mondo dove spesso si idolatrano il successo, il denaro, l’apparenza, Michele ci invita a rimettere Dio al centro e ci ricorda che il male non ha l’ultima parola». Ci sono anche le guerre sulla terra di cui ci parlano le cronache dei giornalisti sul campo, dove paura, sofferenza e odio sembrano avere la meglio: «Viviamo una stagione della storia in cui la parola “guerra” è tornata ad essere tragicamente attuale. Guerre tra popoli, guerre economiche, guerre ideologiche. Ma non dimentichiamo che c’è anche la guerra più sottile che parte dalle coscienze e da cuori ammorbati: quella contro la verità, contro la dignità umana, contro la speranza. San Michele ci ricorda che non possiamo restare neutrali, ci invita a non essere spettatori, ma combattenti» e ci consegna gli strumenti per difendere la giustizia, la pace e la verità. Noi cosa possiamo fare quando ci sentiamo sfidati da problemi così grandi? «Diciamo con vigore che la pace non è una “utopia spirituale”, ma la più concreta delle urgenze davanti all’egemonia della cultura della guerra basata, come ha detto Leone XIV, sulla “globalizzazione dell’impotenza che è figlia di una menzogna: che la storia sia sempre andata così, che la storia sia scritta dai vincitori.

Allora sembra che noi non possiamo nulla.

Invece no: la storia è salvata dagli umili, dai giusti, dai martiri, nei quali il bene risplende e l’autentica umanità resiste e si rinnova”». Il vescovo Guglielmo arriva a proporre un capovolgimento di mentalità: «Un radicale rovesciamento del paradigma dominante invece di pensare la pace come semplice assenza di guerra o come suo esito finale, consideriamola come condizione originaria e principio fondativo dell’agire politico e giuridico. La pace come principio, non come fine. Contestiamo l’adagio “si vis pacem, para bellum” (se vuoi la pace, prepara la guerra), proponendo invece “si vis pacem, para pacem” - se vuoi la pace, prepara la pace. Pensiamo la pace non come utopia, ma come realtà da costruire, smontando la superstizione della guerra come necessità storica. Non è la pace a interrompere la guerra, ma il contrario. La guerra è una scelta, non una fatalità (cfr Greco, Critica della ragione bellica, 2025)».

E se proprio dobbiamo scendere in campo, noi siamo chiamati a combattere per il trionfo del bene.

Il vescovo Borghetti ha presieduto ad Albenga le celebrazioni per la festa di San Michele

Albenga, San Michele arcangelo

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