Sindone, la mostra rinnovata “dono” per l’Anno giubilare
EMANUELA
MARINELLI
L’11 dicembre, in occasione del 18º anniversario della mostra permanente “Chi è l’uomo della Sindone?”, una giornata di studi e la presentazione della nuova versione dell’esposizione
Sarà una giornata memorabile, il prossimo 11 dicembre, per l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum: dopo diciotto anni si rinnova completamente la mostra permanente della Sindone, che ha visto passare in questi anni migliaia di visitatori. La nuova versione, realizzata con una grafica moderna e con contenuti aggiornati, è stata già presentata in inglese a Indianapolis (Usa) lo scorso luglio, in occasione del decimo Congresso eucaristico nazionale. I partecipanti hanno dovuto fare due ore di fila per entrare a visitare la mostra, che ha avuto un successo strepitoso.
La data scelta per l’inaugurazione di Roma non è casuale: l’11 dicembre è un doppio anniversario. Il primo è celebrativo, perché si ricorda l’apertura della prima mostra ( 11 dicembre 2006), mentre il secondo è commemorativo, perché è l’anniversario del decesso di Padre Héctor Guerra, L. C. ( 11 dicembre 2015), che tanta parte ha avuto proprio nella realizzazione della mostra e nella sua diffusione in varie località del mondo.
Proprio per sottolineare questa letizia soffusa di amarezza, l’evento che introduce l’inaugurazione sarà una commemorazione di grandi studiosi della Sindone, a cui tanto si deve per il progresso delle ricerche e per la loro divulgazione. Il titolo di questa giornata di studio è esplicito: “Sulle spalle dei giganti”, per riecheggiare la frase attribuita a Bernardo di Chartres: « Noi siamo come nani sulle spalle di giganti, così che possiamo vedere più cose di loro e più lontane, non certo per l’acume della vista o l’altezza del nostro corpo, ma perché siamo sollevati e portati in alto dalla statura dei giganti».
Ecco allora che si parlerà non solo di P. Héctor Guerra, L.C., ma anche di monsignor Giuseppe Ghiberti, padre Gianfranco Berbenni, ofm cap e Barrie Schwortz, veri pilastri della sindonologia, che ho avuto l’onore di conoscere personalmente. Con questi giganti ho condiviso buona parte della mia vita di sindonologa.
La giornata sarà arricchita dai ricordi di due alumni del Diploma in studi sindonici, P. Andrew Dalton, LC. e P. Joseph Spence FFm, ora docenti del Diploma stesso, giunto alla sua XV edizione e offerto in più lingue, valido anche ai fini dell’aggiornamento del personale scolastico, riconosciuto dal Miur, presso il quale l’Ateneo è accreditato tramite la piattaforma Sofia. Inoltre ci sarà la consegna dei certificati agli studenti che hanno concluso il Diploma e in chiusura sarà possibile fare una visita guidata alla mostra.
Sulla Sindone l’Ateneo vanta una specificità di formazione, con diversi programmi dedicati, offerti dall’Istituto di scienza e fede, da Othonia e dall’Istituto superiore di scienze religiose, dove sono docente invitato con il corso “Sindone e insegnamento della religione cattolica”.
La specificità e unicità della mostra “Chi è l’uomo della Sindone?” rappresenta un’opportunità unica per avvicinarsi a uno degli oggetti più enigmatici e venerati della cristianità. Il percorso si snoda su quattro temi: storia, scienza, scrittura, speranza.
La storia spazia dalle prime raffigurazioni di Cristo ispirate alla Sindone nei primi secoli, agli indizi della presenza del Sacro Lino in Medio Oriente, fino alla scoperta del negativo fotografico nel 1898, che dà inizio all’epoca delle ricerche scientifiche, grazie alle quali sappiamo ormai moltissimo della Sindone: non è un dipinto, non è una stampa fatta con qualsiasi mezzo, ma ha avvolto un cadavere per poche ore; le macchie rosse sono vero sangue; le microtracce di pollini, terriccio e aragonite ci portano a Gerusalemme.
La datazione radiocarbonica della Sindone, che collocava l’origine della stoffa nel Medioevo, è stata definitivamente smentita nel 2019 da una pubblicazione su Archaeometry, rivista scientifica dell’università
di Oxford. Anche il mistero dell’immagine è stato in parte svelato, perché le sue caratteristiche chimiche fanno dedurre che si è originata per un effetto di luce. Ma come può un cadavere emettere luce? Ecco allora che è inevitabile il confronto con le Sacre Scritture, che ci rivelano la coincidenza perfetta fra le torture subite dall’uomo che fu avvolto nel Lenzuolo e quanto descritto dai Vangeli. Ricordando la Trasfigurazione, viene spontaneo pensare che un fenomeno luminoso possa essersi verificato anche al momento della Resurrezione. E qui nel percorso della mostra si giunge al tema finale: la speranza. In questo Giubileo siamo pellegrini di speranza e la Sindone, reliquia singolare, offre la possibilità di contemplare il mistero della Pasqua e riflettere sulla vittoria della vita sulla morte.
Questa nuova mostra è dunque un ulteriore servizio offerto dall’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum alla Chiesa e alla società, uno strumento privilegiato per la nuova evangelizzazione, una testimonianza di speranza in più nell’Anno Giubilare.
Docente invitato - Istituto superiore di Scienze religiose, Ateneo Pontificio Regina Apostolorum
Ologramma Sindone di Petrus Soon esposto alla Mostra permanente presso Apra / Dipartimento Sviluppo Istituzionale Apra