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«Fermiamo la logica del riarmo» Appello ai movimenti pacifisti per una «Obiezione alla guerra»

COMUNITÀ DELL’ARCA, PAX CHRISTI E MOSAICO DI PACE

L’auspicio di creare un fronte comune per fermare la corsa alle armi, promuovendo invece il confronto e il dialogo. «Serve una difesa civile non armata e nonviolenta»

Spezzare la logica secondo la quale se si vuole la pace bisogna difenderla riarmandosi, promuovere un fronte comune di tutte le organizzazioni che promuovono la pace, e dare vita a una campagna antiviolenza. Sono i fili rossi della Lettera aperta ai movimenti che operano per la pace, sottoscritta dai responsabili per l’Italia della Comunità dell’Arca, Noviolenza e Spiritualità, Enzo Sanfilippo e Maria Albanese, dal presidente di Pax Christi Italia il vescovo Giovanni Ricchiuti (emerito di Altamura-Gravina- Acquaviva delle Fonti) e dal direttore di Mosaico di Pace, padre Alex Zanotelli.

«Cari amici, proprio in questi giorni in cui la parola “riarmo”, finalizzata alla costituzione di una nuova superpotenza armata, ha prepotentemente preso posto nel dibattito pubblico – scrivono i responsabili delle tre realtà –, noi pensiamo invece che sia giunta l’ora di prendere coscienza del fatto che ogni riarmo prepara la guerra e che nessuna guerra conduce alla pace ma ad una nuova guerra, che i trattati di pace sono soltanto armistizi che preparano nuove ostilità, che il sangue chiama sangue, in una catena infinita che si autoperpetua ». Ovviamente i sottoscrittori della Lettera aperta si dicono «consapevoli che i luoghi che abitiamo, le comunità di cui facciamo parte, le risorse che servono alla nostra sopravvivenza possono o potranno un giorno essere minacciate da altri uomini, come già sono feriti da persone che li abitano. Amiamo questi luoghi che ci hanno accolti alla nascita, questi spazi in cui siamo cresciuti e diventati donne e uomini. Amiamo le persone che li abitano e che, nonostante tutte le difficoltà, i conflitti, le sofferenze, fanno di questi luoghi uno spa-zio vivo, vissuto e vivente». Il che non vuole dirsi sottrarsi al dovere di proteggere questi luoghi, le persone che lì vivono, ma al contempo «sappiamo, come dimostra l’esperienza storica, che è possibile difendere la vita in modo nonviolento, anzi che il modo nonviolento è il solo modo per difenderla realmente ». Da questa considerazione nasce la decisione di «promuovere una fase di dialogo profondo tra tutti i movimenti che in Italia operano per la pace », anche perché il confronto e la condivisione tra chi ama la pace «sono resi necessari e urgenti a causa dell’attuale momento storico che ci atterrisce e ci sgomenta per le guerre, la corsa agli armamenti, la disumanizzazione della politica, l’idolatria del denaro, del dominio e del profitto in tutto il mondo. Il tema dal quale vorremmo iniziare questo confronto è quello dell’obiezione di coscienza alla difesa armata e delle possibili alternative alla gestione militare dei conflitti, tema che forse potrebbe essere la giusta aggiunta in questi giorni in cui il confronto, anche tra chi sinceramente ama la pace, si è fatto difficile e a volte aspro e confuso». Insomma una campagna che si collochi in una scia di iniziative che ha già visto in passato la campagna di obiezione alla guerra, la campagna “Un’altra difesa e possibile”, la Campagna “Italia ripensaci” e quella per l’istituzione del Ministero della Pace. « Fra queste diverse campagne la Campagna Obiezione alla Guerra assume un carattere del tutto particolare perché risponde alla necessità di un netto posizionamento etico che dichiari, in modo immediato e diretto, il rifiuto della logica delle armi». Insomma una «difesa civile non armata e nonviolenta». Su questi obiettivi le realtà firmatarie della Lettera invitano tutti i movimenti a un confronto quanto mai urgente. ( E.Le.)

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Uno striscione inneggia alla pace sostenuto da un gruppo di giovani

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