SHARE Share Button Share Button SHARE

Fede incessante nella forza del dialogo Uomo di speranza per i dissidenti russi

LA VOCE DEGLI OPPOSITORI DEL REGIME

RAFFAELLA

CHIODO KARPINSKY

Attivisti, scrittori e giornalisti coraggiosi, costretti al silenzio da Putin: «È stato un riferimento per noi che lottiamo per il rispetto dei diritti umani»

Nell'ultima intervista di Grigoij Yavlinskij ad Avvenire, il fondatore del partito d’opposizione Yabloko aveva ricordato come si fosse rivolto a papa Francesco perché se c’era al mondo qualcuno che ascoltasse e sostenesse un grido di pace, questi era certamente il Pontefice. Yavlinskij raccontò come nelle ore di stordimento all’inizio dell’aggressione all’Ucraina, il disperato richiamo al senso di umanità lo portò a scrivere una lettera a Francesco. Sono seguiti da allora più di tre anni di sanguinoso conflitto, con migliaia morti di civili e centinaia di migliaia di soldati da entrambe le parti. Nel quadro di una diffusa sordità della comunità internazionale, anche in Russia il Papa è stato sempre e in ogni occasione riconosciuto come colui che cercava il dialogo a tutti i costi.

È così che a Mosca hanno visto la visita del suo incaricato per la pace in Ucraina, il cardinale Zuppi, il suo operare per favorire la restituzione ai loro familiari dei bambini ucraini portati in Russia. Qualcosa che viene considerato quanto di più concreto raggiunto in questo tempo dai difensori dei diritti umani. Nella generale situazione di cupa repressione che ha portato ad arrestare, condannare a diversi anni di prigione migliaia di persone che si oppongono alla guerra, lo sforzo profuso dal Papa tramite il suo incaricato per la pace in Ucraina è stato l’unico segno di disponibilità all’ascolto, dialogo e speranza. Una percezione che risuona anche tra attivisti, giornalisti e scrittori indipendenti in particolare tra quelli rimasti nel Paese. Sono quei russi che scontano sia la situazione interna del Paese e al tempo stesso sono in genere ignorati in occidente o hanno poca empatia da parte di chi sarebbe naturale si accorgesse di loro. Dell’opposizione russa si tende a parlarne quando questa è già esiliata all’estero o dopo che è caduta sotto i colpi della repressione, come Navalny. Eppure in Russia ci sono giornalisti e scrittori coraggiosi che continuano a lavorare e occuparsi dei diritti civili di tutti e in particolare degli ultimi. Così per Eva Merkacheva, giornalista e attivista nota per il suo impegno per i diritti dei detenuti. Chiunque cerchi aiuto per una persona incarcerata sa di trovare in lei ascolto e sostegno. Rispondendo ad Avvenire su cosa abbia rappresentato per lei papa Francesco dice: «Come molti russi associo la figura del Papa a un costruttore di pace, una persona che invita gli uni a pensare di più agli altri, a come tutto può essere affrontato senza conflitti. Ma è stato anche e un riferimento per persone come me che in Russia si impegnano per il rispetto dei i diritti umani e in particolare di quelli dei detenuti. È stato importante per quanto ha sostenuto sugli argomenti di cui mi occupo ogni giorno e direttamente. Ad esempio molto importante quanto affermò in occasione dell’incontro tenutosi nel 2019 in Vaticano quando venne ricevuta la delegazione del Congresso mondiale dell’Associazione internazionale del diritto penale. A quell’evento partecipò una delegazione russa. Suscitò l’attenzione e per il riferimento puntuale alle questioni relative ai reati e alle pene, all’uso arbitrario della custodia cautelare. Purtroppo la situazione è peggiorata in diversi Paesi e il numero di detenuti non condannati supera già di gran lunga il 50% della popolazione carceraria questo fenomeno contribuisce al deterioramento della loro detenzione».

« Ma c'è anche un altro tema – aggiunge – per me importantissimo, come la lotta per l’abolizione della pena di morte, e papa Francesco era anche su questo una voce molto importante, un grande un alleato per il suo sostegno a questa causa profondamente umana. La sua è stata una sensibilità rara nel panorama internazionale e che ho percepito e mi ha colpito nel profondo». Ma ad aver guardato con speranza a papa Francesco ci son anche persone come la scrittrice e giornalista Nadezhda Azhgikhina che dice: « Il Papa per molti russi è stato il simbolo di pace e il rispetto della natura dell’essere umano. Di chi crede che per la pace serve guardare e investire nella parte buona dell’essenza dell’essere umano. Molti ammiravano il suo impegno per il dialogo quale alternativa all’ostilità e alla sfiducia. Con lui la chiesa cattolica e quella ortodossa si sono riavvicinate dopo 1.000 anni di contrapposizione. Qualcosa che è di per sé miracoloso ». Resta lo smarrimento per chi anche in queste ore dalla scomparsa di papa Francesco ha visto nuovi lutti civili in Ucraina dovuti agli attacchi russi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

In piazza San Pietro proseguono i preparativi per la celebrazione di sabato dei funerali di papa Francesco: sullo sfondo la fila dei fedeli che visitano la salma / Fotogramma

SHARE Share Button Share Button SHARE