Le grandi verità taciute sull’ambiente e la forza degli appelli sul nostro destino
MARCO
MOROSINI
POCO SI PARLA DI FENOMENI EPOCALI COME LO SCEMPIO DELLA BIOSFERA E L’ACUIRSI DELLE DISUGUAGLIANZE
Ibagliori della guerra nel Levante stanno accecando gli occhi dell’Occidente. Come tutte le guerre, anche quella all’Ucraina sta facendo strage di verità. Nella campagna elettorale, infatti, si parla tanto pro e contro le armi per questa guerra, ma si tacciono le due grandi verità che richiedono azione immediata: lo scempio della biosfera e l’acuirsi delle già inammissibili disuguaglianze in Europa e nel mondo. Si tratta delle due piaghe che – se non guarite – saranno madri di altre guerre e sofferenze. La transizione ecologica e la redistribuzione dei beni sono le due grandi sfide del secolo, ma purtroppo non di questa campagna elettorale. Eppure, è sulle azioni immediate e radicali per contrastare la rovina della natura e la rovina dell’uguaglianza che ogni partito, candidato ed elettore dovrebbe confrontarsi con un’urgenza che nei decenni è diventata impellenza. Ma proprio adesso?
Mentre fischiano le pallottole e tuona il cannone? Sì, proprio adesso. Ciò che era urgente e necessario nel 1949, infatti, lo è a maggior ragione oggi, a 75 anni dallo storico discorso inaugurale del presidente Truman e del suo “Point 4 program”, in cui si impegnava per «il miglioramento e la crescita delle aree sottosviluppate». Tre quarti di secolo più tardi, infatti, ci sono sulla Terra più affamati, denutriti e obesi che mai prima, anche se meno in percentuale. Miliardi di persone hanno visto crescere la durata e la qualità della loro vita, ma altri miliardi sono ancora costretti a vivere in condizioni indegne. Eppure disponiamo da quasi un secolo di tutto ciò che servirebbe per il benessere di tutti, se i beni e gli oneri fossero più equamente ripartiti. Come Victor Hugo ammonì già nel 1849 nel celebre discorso sulla “abolizione della miseria”. Ancor più grave è che l’aumentato benessere di metà degli umani è stato “acquistato a debito”: debito ecologico e debito sociale. Da una parte, infatti, la tumultuosa e insostenibile crescita economica mondiale è stata ottenuta al prezzo di intaccare profondamente e in parte irreparabilmente quella biosfera che deve dar da vivere a tutte le future generazioni. Dall’altra, l’aumentata prosperità materiale di un terzo dell’umanità è in parte tuttora ottenuta anche a danno di quel terzo dell’umanità che ancora vive in condizioni di “sottosviluppo”. Anche dopo la decolonizzazione, infatti, le condotte legali e illegali dei paesi più ricchi verso quelli più poveri somigliano spesso ancora alla predazione. Certo, la guerra all’Ucraina è una tragedia e un’ipoteca sulla pace in Europa e nel mondo. Per questo grande è il merito di coloro che alzano pubblicamente la voce, per invocare la trattativa e scongiurare il peggio. La vicinanza e l’attualità della guerra all’Ucraina ha però contribuito a far sbiadire i grandi temi sui quali si gioca davvero il destino del mondo e di tutte le generazioni: come avvicinarsi agli urgenti traguardi della “Agenda 2030” delle Nazioni Unite, con i suoi 17 “Obiettivi di sviluppo sostenibile”, primi fra tutti la scomparsa della povertà, la riduzione delle disuguaglianze, un energia sostenibile, la protezione del clima, degli oceani, dei suoli e della biosfera. In realtà, però, non mancano in Italia gli appelli pregnanti e precisi perché questi temi siamo l’impalcatura di qualunque programma nel XXI secolo. Il più autorevole resta l’enciclica “Laudato sì“ di papa Francesco, accompagnata ora da un Appello ai candidati redatto dal Movimento Laudato sì internazionale. Altrettanto vale per l’appello della Asvis – Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile - e quello del Wwf-Fondo Mondiale per la Natura. Mai come in questi tempi di armi e riarmi vale: se vuoi la pace, prepara la pace.
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