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«Al lavoro per una nuova Russia»

L’oppositore Rybakov denuncia: ormai siamo tornati all’era di Stalin, vogliamo libertà

Il 4 dicembre sarà in tribunale per aver espresso le condoglianze alla famiglia di Navalny: «Ritengono sia stato un atto di estremismo»

RAFFAELLA CHIODO KARPINSKY

Nikolaij Rybakov è il presidente del partito Yabloko che il regime cerca di mettere a tacere soprattutto per l’opposizione che suscita nel Paese. I procedimenti penali colpiscono i suoi esponenti, fino al vertice.

Ad Avvenire Nikolaij Rybakov spiega: «Il 4 dicembre, un tribunale di San Pietroburgo, esaminerà l’accusa per aver pubblicato il giorno della morte di Alexei Navalny le condoglianze alla famiglia e una sua foto. Navalny era un nostro avversario politico ma è morto in prigione. Esprimere le condoglianze è dovere cristiano per ogni persona normale ma loro ritengono che sia un atto di estremismo». Rybakov aggiunge che non è l'unico perseguito: «Boris Vishnevsky, giornalista e politico, è accusato per un libro pubblicato 10 anni fa giudicato “materiale estremista”.ma è analisi giornalistica. Altri sono in carcere: il vicepresidente Maxim Kruglov, i giornalisti Mikhail Afanasyev, Konstantin Smirnov e Vladimir Efimov, il professor Vasily Neustroyev. Lev Schlosberg è agli arresti domiciliari, Accuse completamente assurde».

Altri, continua Rybakov, «sono nell’elenco degli “agenti stranieri”. Da noi vuol dire “nemico del popolo”. Molti compagni sono morti per le loro idee». Nel 1998, ricorda Rybakov, la giornalista Larisa Yudina fu uccisa per le inchieste sulla corruzione, nel 2003, il giornalista e deputato Yuri Shchekochikhin. «Non rinunciamo alle nostre idee e – aggiunge – lavoriamo per il futuro del Paese. Sempre più persone vogliono la pace come Yabloko. Su questo anche al potere ci sono sostenitori e purtroppo anche oppositori. Abbiamo chiesto il cessate il fuoco dalla primavera del 2022 e cerchiamo di convincere di questo i politici del nostro Paese ed europei».

Questo fermerebbe le morti e la distruzione del nostro futuro europeo comune. Sulla repressione Rybakov sottolinea: «Sono state approvate leggi che riportano all'epoca di Stalin. Ci opponiamo perché le persone hanno bisogno di libertà, di una vita senza paura e del percorso umanista europeo. Politicamente, continuiamo la tradizione russa di difesa dei diritti umani e delle libertà: seguiamo i principi di Andreij Sacharov (pace, progresso, diritti umani), Aleksandr Solženicyn (vivere senza bugie) e Lev Tolstoj (non posso tacere)». Rybakov si rivolge a società civile e partiti europei: «Non capisco come si può ignorare un conflitto nel cuore dell'Europa. Centinaia, migliaia di persone muoiono ogni giorno. Il rischio di una guerra su vasta scala, persino nucleare, aumenta sempre più. Non dimenticate questo pericolo. Gli sforzi dei politici europei, russi inclusi , devono avere l’obiettivo di fermare la perdita di vite umane per poi negoziare. Alla fine raggiungeremo la pace, quindi perché continuare a infliggere sofferenza? In gioco non è solo la guerra, ma il futuro della sicurezza comune europea e il valore più alto: la vita umana». Infine il leader di Yabloko commenta il Piano Trump: «I 28 punti e il preambolo pubblicati dai media, sembrano un quadro generale; i dettagli e i meccanismi per l’attuazione non sono ancora chiari. Tuttavia potrebbe rappresentare un passo in avanti se servisse da base per la discussione e la ricerca di un equilibrio tra gli interessi di Russia e Ucraina ». Spetta alla diplomazia raggiungere un accordo. «Ma un accordo su un cessate il fuoco – conclude Rybakov – dovrebbe essere il primo punto, con l'attuazione obbligatoria di tutti gli altri accordi concordati come pacchetto durante i negoziati».

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Nikolaij Rybakov, leader del partito russo Yabloko/ Ansa

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