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Chiesa «non autoreferenziale» per risvegliare l’impegno dei cattolici

GIUSEPPE

MUOLO

IL CARDINALE VICARIO BALDO REINA: NON RIMANERE CHIUSI NELLE COMUNITÀ, USCIRE PER STABILIRE LEGAMI

Roma

C’è una «vasta zona grigia» di credenti lontani dalla pratica religiosa. Gli italiani che si professano cattolici sono il 71,1% della popolazione, ma solo il 15,3 % si definisce praticante. Una realtà sovrapponibile a quella composta dalle numerose persone distanti dalla politica. Il 62,2% dei cittadini è scontento della società in cui vive, ma non si impegna per cambiarla. In tanti – il 48% degli italiani - hanno addirittura la percezione di contare poco. Percentuale che sale al 55,9 % nei giovani.

È quanto emerge dalla nuova ricerca del Censis, dal tema “Il lavoro dello spirito e la responsabilità del pensiero cattolico”, che è stata presentata ieri, a Roma, nella basilica di San Giovanni in Laterano. Di fronte a questi numeri, che sono stati illustrati da Giulio De Rita, ricercatore del Censis, serve una Chiesa «non autoreferenziale», ha sottolineato il cardinale vicario Baldo Reina. Una strada da intraprendere per risvegliare la politica e tornare a incidere nella società.

Il porporato ha invitato in questo senso a «non rimanere chiusi nelle comunità e a uscire, per stabilire legami con i modi diversi di essere carne del Vangelo. Ci sta a cuore – ha concluso - prenderci cura dei cristiani che non frequentano le nostre parrocchie, come invita papa Francesco».

Insieme al porporato, presenti anche padre Antonio Spadaro, sottosegretario del Dicastero vaticano per la cultura e l’educazione, Giuseppe De Rita, sociologo e tra i fondatori del Censis, il filosofo e saggista Massimo Cacciari, don Fabio Rosini, biblista e docente di Comunicazione e trasmissione della fede all’Università della Santa Croce, e Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, che ha moderato l’incontro.

Cacciari ha ampliato lo sguardo anche alla crisi di una «vocazione politica», sottolineando l’esigenza di un’«alleanza dello spirito tra credenti e non credenti, che devono diventare insieme segno di contraddizione ». Mentre Riccardi ha evidenziato l’urgenza di «aggiornare la nostra visione della realtà ecclesiale, che non può essere monodimensionale ».

In questo senso, da De Rita è arrivata l’esortazione a «partecipare alla creazione del soprannaturale, elevando sé stessi e gli altri, partendo dalla soggettività, che non è un elemento soltanto di disgregazione, ma una base per il lavoro dello spirito. Il nostro sé – ha concluso il sociologo - lavora nello spirito, che è l’energia che ci mette in relazione con gli altri».

Sull’allontanamento dalla Chiesa si è soffermato anche padre Spadaro, che ha interpretato la zona grigia come «una possibilità aperta, non come un luogo pericoloso e minaccioso. «È una zona da abitare – ha detto -. È proprio lì che il pensiero cattolico può intervenire, senza avere paura di attraversare le rapide della storia».

Sulla stessa scia don Rosini, che ha parlato della ricerca come «un’occasione provvidenziale per tornare in noi stessi, per essere quella Chiesa profetica che genera figli innamorati dell'infinito. La cultura distratta e allineata sul comfort ha concluso il sacerdote - non è compatibile con chi è chiamato al sublime».

© RIPRODUZIONE RISERVATA Presentata a San Giovanni in Laterano la nuova ricerca Censis con De Rita, Cacciari, Riccardi, padre Spadaro e don Rosini

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