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Lungo le orme di una via nuova alla santità (anche quella di coppia)

DA GIOVANNI LUIGI POZZOBON AI CONIUGI CONSILIO PISTOCCHI E BRUNA BURATTI, STORIE DI VITE DONATE PER IL VANGELO

Da quando il diaconato permanente è stato restaurato, ossia col motu proprio Sacrum Diaconatus Ordinem del 18 giugno 1967, non sono mancati i casi di diaconi considerati come possibili modelli per i fedeli. Andando in ordine cronologico per data di morte, il primo diacono candidato agli altari è Giovanni Luigi Pozzobon, dalle chiare origini venete, ma vissuto in Brasile. Membro del Movimento di Schoenstatt, vedovo risposato, gli si deve l’iniziativa della visita, nelle famiglie, di un’immagine della Madonna, la Madre Tre Volte Ammirabile. Nella sua vita, terminata il 27 giugno 1985, percorse centoquarantamila chilometri per le “Campagne del Rosario”, iniziate nel 1950; era stato ordinato diacono per la diocesi di Santa Maria, nel Rio Grande do Sul, il 30 dicembre 1972. Il sito istituzionale del Movimento di Schoenstatt informa che il 4 marzo 2025 è prevista la riunione dei Consultori Teologi del Dicastero delle Cause dei santi, che esamineranno la sua Positio super virtutibus.

Se Pozzobon si era fatto pellegrino per amore, Jean Merlin, francese, trasformò un lavoro arido in un servizio di carità. Dopo il servizio militare compiuto a Costantina, in Algeria, in piena guerra franco-algerina, scelse di lavorare nell’ufficio di assistenza sociale del 18° distretto di Parigi. Con l’ordinazione ricevuta il 3 maggio 1980 esercitò ancora più pienamente il ministero della Carità, della Parola (le sue omelie nella parrocchia di Nostra Signora di Clignancourt erano seguitissime anche da chi diceva di non credere) e della Preghiera.

Morì per un’occlusione intestinale diagnosticata troppo tardi, il 14 gennaio 1994; trent’anni dopo, a Parigi, si concluse la sua inchiesta diocesana.

Il 5 novembre 2021, giorno in cui avrebbe compiuto ottant’anni, fu invece aperta nel Vicariato di Roma l’inchiesta diocesana per Giampaolo Mollo, cofondatore della Comunità Gesù Risorto del Rinnovamento carismatico cattolico. Impiegato al Monte dei Paschi di Siena, passato per un’esperienza di conversione, maturò la vocazione durante la frequentazione dei corsi di teologia per laici romani: l’ordinazione fu celebrata il 22 novembre 1986 a San Giovanni in Laterano. L’anno successivo, con la moglie e altre due coppie di sposi, fondò la Comunità Gesù Risorto, alla quale si dedicò fino alla morte, avvenuta il 1° settembre 1998 per un mieloma multiplo.

Consilio Pistocchi e Bruna Buratti, della diocesi di Cesena-Sarsina, come anche Abraham Reyes Díaz e María Patricia García García, venezuelani, aprirono invece le loro case a ragazzi senza famiglia o privi d’istruzione. I Pistocchi accolsero in affido temporaneo almeno venti bambini: lo stesso giorno in cui iniziò la loro inchiesta diocesana, il 23 giugno 2020, quella che era stata la loro abitazione fu donata alla Comunità Papa Giovanni XXIII. Quasi analogamente, i Reyes – la cui causa è ancora nelle fasi preliminari – avevano offerto parte della loro casa a padre José María Vélaz, gesuita: quello fu l’inizio di Fe y Alegría, associazione che anche in Italia garantisce la formazione scolastica a ragazzi sprovvisti di mezzi.

Emilia Flocchini

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Consilio Pistocchi e Bruna Buratti, della diocesi di Cesena-Sarsina, hanno accolto in affido temporaneo venti bambini

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